In alcuni casi le banche e le finanziarie prima di concedere un prestito chiedono ai loro clienti di fornire un documento particolare, la liberatoria del finanziamento; molto spesso i consumatori rimangono spiazzati da questa richiesta: prima di rivolgersi all’istituto hanno letto che i documenti necessari per completare la domanda di prestito sono solo la carta di identità, il codice fiscale e il documento di reddito (a seconda del richiedente può essere la busta paga, il cedolino della pensione o la dichiarazione dei redditi) e ora devono procurarsi un’ulteriore scartoffia. Cerchiamo di capire meglio cos’è la liberatoria del finanziamento, quando è opportuno procurarsela e come richiederla per il finanziamento estinto, negato o richiesto.
Cos’è la liberatoria del finanziamento?
Capitoli
In determinate situazioni per poter ottenere un nuovo prestito oppure per mettere il punto di chiusura definitiva su un finanziamento esistente è necessario procurarsi la liberatoria: non tutti i consumatori sanno di cosa si tratta e soprattutto non tutti sanno come e a chi è possibile richiederla. Ma cos’è la liberatoria del finanziamento? Il nome suggerisce già qualcosa: si tratta di quel documento che la banca o la finanziaria rilascia al suo cliente per confermare che il prestito non esiste o non esiste più, quindi non ci sono impegni da parte del debitore per quanto riguarda quello specifico finanziamento. Può essere ad esempio rilasciata quando il debito viene estinto (alla scadenza o anticipatamente), con l’istituto di credito che conferma di non aver più nulla da pretendere dal suo cliente, quando il prestito viene rifiutato oppure quando il finanziamento viene richiesto, ma poi è lo stesso richiedente a fare un passo indietro e a non voler proseguire nella pratica.
Liberatoria per finanziamento richiesto o negato
Per poter realizzare i propri progetti molte persone decidono di rivolgersi a banche e finanziarie per ottenere un prestito. Quella di convincere gli istituti di credito a concedere un finanziamento è un’operazione che non è sempre facile: può capitare che una banca rifiuti la richiesta e che, senza perdersi d’animo e proponendo garanzie più convincenti (altrimenti è probabile che la risposta sia sempre “no”), si decida di rivolgersi ad un altro istituto. La seconda banca quando riceve la domanda di prestito va a controllare la banca dati (su cui vengono iscritte automaticamente tutte le richieste di finanziamento) e scopre che esiste una richiesta fatta precedentemente alla prima banca; per essere sicura che la prima richiesta sia stata rifiutata (e che quindi possa essere considerata una faccenda chiusa), il secondo istituto può chiedere al cliente la liberatoria che conferma lo status della precedente domanda di prestito, che non deve più essere “in attesa”, ma “rifiutata” o “respinta”. A volte può capitare anche che la banca dati non sia stata ancora aggiornata e lo status della richiesta non sia stato ancora cambiato: in questo caso la liberatoria è ancora più importante.
Per ottenere questo documento non rimane altro da fare che richiederlo alla banca che ha rifiutato il finanziamento. Va detto che alcuni istituti inviano automaticamente una email che ha valenza di liberatoria al momento del rifiuto della richiesta di finanziamento; nel caso in cui invece la richiesta sia già stata preaccettata o non sia ancora stata presa in esame sarà comunque necessario richiedere la liberatoria del finanziamento. I tempi sono abbastanza ristretti: per le richieste inoltrate online il tutto viene di norma gestito via email, mentre per i finanziamenti richiesti allo sportello basterà tornare là per sistemare la faccenda in pochi minuti (in alcuni casi si richiede la liberatoria allo sportello e il documento verrà successivamente inviato per posta all’indirizzo del cliente).
Come rivolgersi al Crif per sapere a chi richiedere la liberatoria sul finanziamento
Una pratica molto comune consiste nell’inviare più richieste contemporaneamente a diversi istituti di credito nella speranza di accorciare i tempi e di avere più chance di ottenere le somme di cui si ha bisogno, In realtà non si tratta di una mossa azzeccatissima, visto che ogni domanda va a finire sulle banche dati dove risulterà ancora in corso. Se uno degli istituti interpellati decide di accettare la domanda ovviamente richiederà la liberatoria relativa alle altre richieste: ma se il cliente non si ricorda più a chi si era rivolto? Non è un’ipotesi così remota: al giorno d’oggi la maggior parte dei finanziamenti viene richiesta online e se si inoltrano quasi contemporaneamente più domande tramite internet non è affatto difficile dimenticarsi i nomi delle banche o delle finanziarie. A questo punto diventa più complicato risalire al nome degli istituti a chi inviare la richiesta di liberatoria del finanziamento. Bisogna quindi fare un passaggio in più, ovvero bisogna rivolgersi al Crif e richiedere l’accesso alla propria banca dati creditizia per poter individuare gli istituti interpellati da cui poi si potranno ottenere le liberatorie.
Per inoltrare la richiesta al Crif è necessario compilare online e stampare l’apposito modulo scaricabile dal sito ufficiale della Centrale Rischi; il modulo va poi inviato via fax, email o posta insieme alla fotocopia di un documento di identità e del codice fiscale. Crif fornisce un riscontro entro 30 giorni dalla ricezione della documentazione (il servizio è gratuito per le persone fisiche). Sul modulo da compilare per ottenere le informazioni creditizie registrate a proprio nome sul SIC di Crif bisogna indicare i dati anagrafici (nome, cognome, sesso, data, comune, provincia e nazione di nascita, codice fiscale e numero di telefono), i dati relativi alla residenza (indirizzo e CAP) e quelli relativi al documento di riconoscimento che verrà allegato (tipo di documento, numero, data di scadenza, località ed ente di rilascio); bisogna infine specificare come si vuole ricevere la risposta: si può scegliere di ricevere la comunicazione di Crif tramite email, tramite posta elettronica certificata o per posta all’indirizzo di residenza oppure ad un altro indirizzo.
Per completezza di informazione ricordiamo che le richieste vengono cancellate dalla banca dati dopo trenta giorni dal rifiuto: prima di inoltrare altre richieste di finanziamento sarebbe quindi opportuno aspettare i tempi di cancellazione prima di contattare altri istituti di credito ed evitare tutti questi passaggi. Per i finanziamenti richiesti ed ancora in corso di valutazione invece le informazioni vengono conservate nella banca dati per sei mesi dalla data di richiesta: sono tempi molto più lunghi, quindi prima di rivolgersi ad un altro istituto senza dover aspettare così tanto sarebbe opportuno richiedere la liberatoria per dimostrare di aver rinunciato.
Liberatoria per finanziamento estinto
Quella di richiedere la liberatoria del finanziamento è un’abitudine che si dovrebbe prendere anche quando si estingue un prestito anticipatamente: facendo così si evitano pregiudizi di qualsiasi tipo nel corso delle eventuali richieste di prestito successive. Quando si decide di saldare il conto prima della scadenza bisogna prima di tutto farsi darsi dalla banca il conteggio estintivo, il documento che riepiloga tutte le voci che vanno a formare la somma dovuta dal cliente per estinguere il finanziamento (formata dal debito rappresentato dal capitale residuo e dalle altre voci di spesa come commissioni, assicurazioni, imposte penali e così via). La banca è tenuta a fornire il conteggio entro dieci giorni: il cliente dovrà esaminare con attenzione il documento (purtroppo spesso si possono notare delle anomalie che si possono trasformare in danni economici per il consumatore distratto). Una volta che si conosce l’esatto importo da versare sarà possibile estinguere il debito e richiedere la liberatoria del finanziamento.
La liberatoria non serve solo alle altre banche a cui si vorrà chiedere un nuovo finanziamento: pensiamo ad esempio a quanto può succedere nel caso di prestito con cessione del quinto. Questa forma di finanziamento si caratterizza per il fatto che le rate di rimborso vengono pagate dal datore di lavoro, che trattiene il relativo importo dalla busta paga del suo lavoratore dipendente che ha ottenuto il prestito. Quando si estingue anticipatamente il finanziamento l’istituto che lo ha erogato redige la liberatoria con cui conferma che è stato pagato il debito residuo e che quindi non ha più nulla da pretendere dal beneficiario del finanziamento. Il documento viene inviato all’ex debitore, ma anche al datore di lavoro, che in questo modo è autorizzato a smettere di versare le rate di rimborso trattenute dallo stipendio del dipendente.
Moduli di richiesta e struttura del documento di liberatoria del finanziamento
In precedenza abbiamo scritto che la liberatoria del finanziamento può essere richiesta via email o direttamente allo sportellodella banca che era stata contattata per richiedere il prestito. In alcuni potrebbe essere necessario mettere per iscritto la propria richiesta, ma non si tratta di nulla di complicato. In alto si scrivono il luogo e la data e si indica il destinatario (la banca o la finanziaria), si indica l’oggetto (che può semplicemente essere “richiesta liberatoria”) poi si scrive qualcosa di simile a questo:
io sottoscritto ___________, nato a __________ il __/__/____, codice fiscale ________________
con la presente richiede la liberatoria in merito alla richiesta effettuata con il vostro istituto, numero pratica ______.
Per cortesia inviatemi una copia a indirizzo email o fax
e l’orignale all’indirizzo _______.
Il tutto si chiude con una bella firma.
Se invece si richiede la liberatoria per un finanziamento estinto bisognerà aggiungere qualche informazione in più: sotto alla richiesta infatti si può scrivere che si allegano alla comunicazione il conteggio estintivo prodotto dalla banca stessa e la copia del bonifico effettuato per estinguere il debito. Prima di procedere non sarebbe comunque una cattiva idea contattare l’istituto per sapere qua è la procedura esatta da seguire.
Ora che sappiamo cos’è la liberatoria del finanziamento e come e a chi può essere richiesta per i prestiti richiesti, estinti e negati possiamo dare un’occhiata a quella che è la struttura di questo documento, che quando viene rilasciato in forma cartacea viene stampato su carta intestata della banca o della società finanziaria. Iniziamo proprio facendo riferimento all’estinzione di un prestito con cessione del quinto, argomento trattato nell’ultimo paragrafo: nella parte alta del documento sono presenti la denominazione di liberatoria per estinzione e l’indicazione del destinatario; a seguire c’è lo spazio in cui vengono riportati i dati della banca o società finanziaria che emette la liberatoria (ragione sociale, indirizzo, partita IVA, nominativo da contattare con email e numero di telefono) e poi i riferimenti al contratto di finanziamento, con indicazione degli estremi del finanziamenti e dei dati del beneficiario. Dopo tutti questi dati c’è a dichiarazione che il sopracitato beneficiario ha estinto il contratto di finanziamento (con indicazione della data in cui è stato effettuato il saldo del debito); in fondo vengono indicati il luogo e la data e viene apposta la firma (timbro) dell’istituto.
La liberatoria del finanziamento negato non è molto diversa: come sempre nella parte alta ci sono la denominazione di liberatoria e l’indicazione del destinatario del documento (in questo caso la persona che ha richiesto il prestito); a seguire c’è l’oggetto, che spesso è una frase tipo “esito richiesta del finanziamento numero xxx del xx/xx/xxxx di euro xxx”. Il testo del documento è molto sintetico: la banca di dice dispiaciuta nell’informare che la pratica in oggetto non è stata approvata, indicando anche la motivazione del rifiuto (anche se spesso gli istituti si mantengono vaghi, limitandosi a scrivere che non c’era una corrispondenza con i loro standard operativi). Non mancano ovviamente i cordiali saluti, il luogo e la data, il timbro e la firma.
Cosa fare se la banca non risponde alla richiesta di liberatoria del finanziamento
A volte i rapporti con le banche e le finanziarie non sono molto semplici: può capitare ad esempio che, per qualche ragione, l’istituto non risponda alla richiesta di liberatoria del finanziamento proposta dal consumatore; se la banca non risponde ai solleciti oppure continua a rimandare la cosa (frasi come “richiami domani” oppure “invii il fax al numero” ormai le abbiamo sentite tutti) al consumatore non rimane altro che la sua arma finale, ovvero la diffida (anche se in questo caso sarebbe più corretto parlare di messa in mora). Si tratta di qualcosa di ufficiale: quando è ormai chiaro che le telefonato e l’invio di semplici email non sono sufficienti a sbloccare la situazione si deve passare alle “maniere forti”, che per avere valore legale devono essere inviate tramite posta raccomandata o tramite posta elettronica certificata. La lettera deve essere scritta in modo sintetico ed incisivo e deve riportare una descrizione dei fatti (ribadendo che l’istituto non ha rispettato i suoi obblighi), una precisa richiesta (in questo caso l’invio della liberatoria del finanziamento), la fissazione di un termine entro il quale la richiesta deve essere soddisfatta e la minaccia di adire alle vie legali. Sarebbe sempre meglio non arrivare a questo punto, ma quando le cose non sembrano sbloccarsi il consumatore è praticamente obbligato ad agire in questo modo.
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