Cresce l’attenzione sui finanziamenti per elicicoltura disponibili nel 2021: ad alcuni potrebbe sembrare assurdo,ma il business dell’allevamento delle lumache è in continua espansione e sono tantissimi gli italiani che decidono di avvicinarsi a questo particolarissimo settore. Dare vita ad un’attività del genere però comporta delle spese che possono essere abbastanza importanti (si parla di almeno qualche decina di migliaia di euro, ma l’investimento complessivo dipende parecchio dalle dimensioni dell’allevamento stesso): per poter gestire con maggiore serenità queste spese è possibile ricorrere ai prestiti erogati da banche e finanziarie, anche se è possibile trovare dei bandi che fanno specificatamente riferimento ai finanziamenti per l’elicicoltura; vediamo quali sono le risorse disponibili per chi vuole aprire un allevamento di lumache da gastronomia sfruttando i contributi a fondo perduto e i fondi europei.
Perché aprire un allevamento di lumache: spese, guadagni e finanziamenti per elicicoltura
Capitoli
I finanziamenti per elicicoltura sono una testimonianza del successo che sta riscuotendo questa attività nel nostro Paese: ormai in ogni parte dell’Italia è possibile trovare imprenditori (giovani e meno giovani) che hanno deciso di aprire un allevamento di lumache, infatti oggi si contano più di 12.000 aziende attive, per un totale di 9.000 ettari coltivati. I motivi di questo “boom” sono semplici: il settore è in continua espansione e il giro d’affari che lo riguarda sta crescendo vistosamente e poi l’investimento necessario per dare vita al progetto non è particolarmente elevato. Si tratta comunque di alcune decine di migliaia di euro: in media per un allevamento su un terreno di un ettaro si spendono:
- 15.000 euro per la recinzione;
- 1.000 euro per i disinfettanti;
- 1.000 euro per le piante che faranno da cibo per le lumache;
- 500 euro per l’apertura della partita IVA, altri adempimenti e le consulenze del commercialista;
- 10.000 euro per le lumache fattrici (per una superficie del genere ne occorrono come minimo 50.000).
Insomma, considerando anche altre spese che possono rivelarsi molto utili (impianti di irrigazione, decespugliatore, trattorino e così via) si parla di una cifra vicina ai 30.000 euro, a cui vanno ad aggiungersi gli eventuali costi per il terreno: non sono cifre folli, ma si tratta comunque di numeri difficilmente gestibili senza ricorrere ai finanziamenti per elicicoltura.
Le lumache allevate possono essere utilizzate sia in campo gastronomico (qualcuno magari può storcere il naso, ma si tratta di un cibo molto apprezzato soprattutto da chi deve seguire una dieta povera di grassi) che in campo farmaceutico e cosmetico, infatti la bava di lumaca grazie ai suoi principi attivi è l’ingrediente base di molti trattamenti di bellezza della pelle. Quindi l’allevatore ha la possibilità di vendere il suo prodotto ai consumatori tramite la vendita diretta, ai ristoranti, ai supermercati e ai negozi di alimentari, ai grossisti, ai consorzi di produzione e alle case cosmetiche. Per arrotondare è possibile sfruttare il proprio allevamento per scopi didattici o turistici. I prezzi che di solito vengono richiesti dai produttori sono di 10 o 12 euro al chilo per le lumache fresche(il prezzo sale a circa 5 euro per le vendite al grossista) e spurgate e di circa 50/60 euro per ogni litro di bava di lumaca filtrata o microfiltrata. È possibile vendere anche il caviale, che è decisamente più prezioso (si va oltre i mille auro al chilo).
Per portare a termine il proprio progetto di allevamento è necessario attraversare diverse fasi: dopo aver individuato il terreno bisogna scegliere la specie di lumaca che si intende allevare (la Cornus Aspersum è la più allevata perché molto apprezzata in ambito culinario, si adegua facilmente anche ai climi più freddi e si riproduce rapidamente, ma ci sono anche la Helix Pomatia, che ha la carne più pregiata ed è amatissima in Francia, la Eobania Vermiculata e la Theba Pisana, diffuse rispettivamente in Centro Italia e Lazio, accomunate dalle piccole dimensioni), preparare il terreno e predisporre la recinzione e rispettare tutti gli adempimenti burocratici (autorizzazioni, permessi, apertura partita IVA, iscrizione al Registro delle Imprese, INPS e INAIL).
Finanziamenti per elicicoltura: fondi europei e contributi a fondo perduto
Per poter aprire un allevamento di lumache è possibile richiedere un prestito ai classici istituti bancari, ma prima bisognerebbe dare un’occhiata a quelle che sono le agevolazioni economiche disponibili; al momento sono fondamentalmente tre le tipologie di finanziamento per elicicoltura a cui è possibile accedere nel 2021: ci sono i Fondi Europei del PSR (che prevedono contributi a fondo perduto e agevolazioni destinate ai giovani agricoltori), il credito di imposta previsto solo per alcune regioni del Paese e il credito bancario (ad esempio Unicredit ha scelto di estendere l’impiego del mutuo agevolato anche alle aziende siciliane attive nell’elicicoltura).
Il PSR (Piano di Sviluppo Rurale) prevede l’erogazione di finanziamenti per elicicoltura con contributo a fondo perduto fino al 60% (nelle regioni svantaggiate ma con forte vocazione agricola si arriva fino al 70%); queste agevolazioni, stanziate dall’Unione Europea all’interno del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, vengono erogate in modo diverso da regione a regione: le regioni più attive in questo campo sono il Veneto, il Piemonte e alcune regioni del Sud (in particolar modo Sicilia e Calabria). Oltre a questi contributi il PSR prevede anche fondi specifici per i giovani agricoltori, ovvero quelli che hanno un’età compresa tra i 18 e i 40 anni e avviano per la prima volta un’attività.
Il PSR 2014/2020 rappresenta il principale punto di riferimento; i finanziamenti europei a fondo perduto hanno l’obiettivo di consolidare, ampliare e migliorare le imprese già esistenti e favorire l’apertura e lavviamento di nuove iniziative imprenditoriale nel settore dell’agricoltura. I fondi vengono poi gestiti a livello localeda regioni o comuni, che emettono i bandi per l’assegnazione delle risorse. Quindi chi è interessato a conoscere le agevolazioni destinate a chi vuole aprire un allevamento di lumache dovrebbe prima di tutto controllare sul sito ufficiale della propria regione. A titolo di esempio possiamo citare il premio di 70.000 euro per chi si inedia nell’agricoltura all’interno della regione Lazio (il finanziamento può essere ottenuto anche dai giovani agricoltori) e il contributo a fondo perduto a favore delle micro e piccole imprese che può raggiungere il 40% o 50% per l’acquisto di macchinari.
Nelle regioni del Mezzogiorno ci sono bandi aperti che prevedono l’erogazione di finanziamento fino a 50.000 euro destinati allo sviluppo di imprese ed aziende agricole. Ma lo ribadiamo: i bandi variano da regione a regione (più avanti faremo qualche altro esempio); alcuni di questi bandi prevedono una data di scadenza entro la quale presentare la domanda, mentre altri sono sempre aperti; per potervi partecipare di solito è necessario presentare insieme alla richiesta anche il progetto di attività dell’impresa, in cui devono essere riepilogate tutte le informazioni sul progetto e le finalità a cui verranno destinati i fondi ottenuti con il finanziamento. Occorre quindi preparare un business plan e un piano imprenditoriale molto precisi, descrivendo le varie fasi del progetto per quanto riguarda la parte economica e finanziaria, il marketing e le strategie commerciali che si intende intraprendere.
Finanziamenti elicicoltura 2021: i bandi nelle regioni italiane
Gli allevamenti di lumache vengono visti come attività agricole, quindi per conoscere i finanziamenti per elicicoltura 2021 e le varie agevolazioni bisogna cercare sul sito della propria regione di appartenenza le misure previste dal piano di sviluppo rurale 2014-2020. In Campania ad esempio i progetti di investimento relativi l’avvio di un’attività di elicicoltura sono ammissibili alle misure Sostegno a investimenti nelle aziende agricole e Investimenti per il ricambio generazionale nelle aziende agricole e l’insediamento di giovani agricoltori qualificati. L’obiettivo della prima misura è quello di incentivare gli investimenti produttivi per migliorare la competitività e le condizioni di redditività delle aziende agricole: le spese ammissibili sono quelle relative alla costruzione o al miglioramento dei beni immobili, all’acquisto di nuove attrezzature, programmi informatici, macchinari, brevetti e licenze e alle spese generali; il sostegno si concretizza con un contributo in conto capitale sulla spesa ammissibile: l’importo massimo per ciascuna azienda viene determinato in base allo scaglione di Prodotto Standard (PS) di appartenenza.
L’obiettivo della seconda misura nella regione Campania ha l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale tramite investimenti che garantiscano le redditività dell’azienda fin dal loro primo insediamento e, di conseguenza, la loro permanenza nel settore agricolo; questa misura si differenzia da quella di cui abbiamo appena parlato solo per i beneficiari, che sono i giovani agricoltori che non hanno più di 40 anni, che possiedono adeguate competenze professionali e qualifiche adeguate e si insediano per la prima volta come capo di azienda in un’azienda agricola. Le spese ammissibili e il tipo di sostegno (contributo in conto capitale sulla spesa ammissibile) sono le stesse viste in precedenza.
Anche tra le misure PSR 2014-2020 della regione Lombardia è presente il bando relativo agli Incentivi per la costituzione di nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori: in questo caso l’aiuto viene concesso sotto forma di premio di primo insediamento pagato in due rate; per chi si insedia in un’azienda ubicata in zone svantaggiate di montagna il premio ammonta a 30.000 euro, mentre per le altre zone il premio è pari a 20.000 euro. La Lombardia in passato aveva stanziato circa tre milioni di fondi per i progetti di ricerca relativi al settore agricolo, compresa l’elicicoltuera, con copertura delle spese ammissibili fino all’80%, con somme massime di 150.000 euro all’anno per una durata massima di 36 mesi.
Anche il PSR della Regione Sardegna prevede alcune opportunità per lo sviluppo di imprese attive nell’allevamento di lumache. La sottomisura 2.1 ad esempio prevede un contributo a fondo perduto pari al 100% (fino ad un massimo di 1.500 euro) per i servizi di consulenza. La sottomisura 3.1 vuole incentivare l’adesione ai regimi di qualità (l’elicicoltura si può svolgere sotto diversi marchi di qualità, ad esempio DOP, IGP, marchio di qualità della RAS e così via) tramite un contributo a fondo perduto pari al 100% delle spese sostenute per i costi legati alla partecipazione ai sistemi di qualità (controlli, analisi, tenuta dei registri…) fino ad un massimo di 3.000 euro. La sottomisura 4.1 per sostenere gli investimenti nelle aziende agricole prevede finanziamenti con contributo in conto capitale pari al 60% per le aziende ubicate in zone svantaggiate e al 40% per le aziende ubicate in zone non svantaggiate (il contributo sale rispettivamente al 70% e al 50% per i giovani).
La sottomisura 4.2 punta a favorire gli investimenti relativi alla trasformazione e commercializzazione o allo sviluppo dei prodotti agricoli con un finanziamento in conto capitale con una percentuale fino al 40% a fondo perduto (la percentuale sale al 60% se l’azienda fa parte di un Gruppo Operativo del Partenariato Europeo per l’Innovazione). La sottomisura 6.1 fa riferimento agli aiuti all’avviamento di imprese da parte di giovani agricoltori che hanno tra i 18 e i 40 anni e si insediano per la prima volta come capo azienda: possono beneficiare di un premio di 35.000 euro, ma grazie alla formula pacchetto giovani possono arrivare ad un premio di 50.000 euro attivando altre sottomisure come la 6.4.1 (sostegno agli investimenti nelle aziende agricole a favore della diversificazione e dello sviluppo di attività extra agricole). La sottomisura 16 parla della cooperazione: la sottomisura 16.4 punta al sostegno della cooperazione di filiere (orizzontale o verticale) per creare e sviluppare filiere corte e mercati locali.
In Piemonte la sottomisura 4.11 del PSR 2014-2020 ha come obiettivo il miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole e prevede contributi pari al 40% dell’investimento ammissibile. Anche in questa regione è aperto il bando relativo alla sottomisura 6.1.1, ovvero quella relativa al premio per l’insediamento di giovani agricoltori: l’obiettivo è quello di migliorare la competitività delle aziende agricole promuovendo il ricambio generazionale; il premio di insediamento viene erogato in conto capitale solo ai giovani che per la prima volta si insediano come capo di azienda all’interno di un’azienda agricola; possono beneficiare del premio i giovani agricoltori che hanno un’età tra i 18 e i 40 anni e che sono già titolari di un’azienda agricola da massimo un anno (possono inviare la domanda anche i giovani che sono titolari di un’azienda agrciola da non più di 24 mesi, ma in questo caso il premio viene concesso solo se la Commissione Europea approverà la proposta di modifica del PSR). Insomma, ci sono opportunità in ogni regione del Paese: per avere maggiori informazioni sui finanziamenti per elicicoltura 2021 non rimane altro da fare che spulciare i siti ufficiali degli enti locali che gestiscono i bandi.
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